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Il mangiare sta al cucinare come il risparmiare sta all’investire

La prima cosa che facciamo alla nascita è mangiare.

Mangiare è un atto innato, primordiale, essenziale , indispensabile e ancestrale che ci accompagna per tutta la nostra esistenza.

Cucinare è  atto naturale abitudinario  e  alla base della nostra vita.

Tutte le nostre attività nel corso della giornata sono scandite e regolate  dagli appuntamenti con la tavola:

prima la colazione, poi il pranzo ed infine la  cena.

E’ per questo motivo che  l’atto del cucinare  viene spesso banalizzato sottovalutato e dato per scontato.

Con il cibo e con “i fornelli”  ci sentiamo sempre competenti:

non per tracotanza  ma proprio per il fatto che mangiare sia un atto naturale.

Ma tra il mangiare e il cucinare vi è una bella differenza.

Cucinare significa saper proporzionare gli ingredienti (azioni, obbligazioni e liquidità) , utilizzare bene condimenti spezie e aromi (investimenti alternativi, bitcoin, oro, diamanti..).

La cucina è filosofia, psicologia, poesia, storia, tradizione, chimica, biologia,  botanica, termodinamica,  e tante altre discipline ancora, tutte condensate, tutte fondamentali per far sì che ogni piatto diventi unico e speciale.

Cucinare significa giusti tempi di cottura ( durate degli investimenti, ingresso e uscite dai mercati).

Cucina è sinonimo di passione, inventiva e creatività (nella scelta degli abbinamenti degli strumenti e nelle case d’investimento).

Cucinare (al pari dell’ investire)  è un’arte facile ma non semplice.

Facile ha come contrario difficile.

Facile e difficile descrivono il rapporto soggettivo tra te e la questione che stai affrontando.

Questo significa che per ciascuno di noi possono essere facili da fare cose oggettivamente complesse e risultare difficili da affrontare cose considerate semplici.

Per me un puzzle di 3000 pezzi è una bella sfida, ma fare puzzle è una cosa che mi piace ed è nelle mie corde, mi intriga e mi dà soddisfazione.

Ben diversa è la faccenda per mia moglie che i puzzle non li può vedere e dava di matta già con quelli da 40 pezzi formato bimbo di 6 anni che regalavano a nostro figlio.

Facile perché, come dice la parola stessa, può essere fatto ossia fattibile.

Semplice ha come contrario complesso.

Semplice  e complesso descrivono la natura di una cosa in senso oggettivo.

Suonare il campanello di casa è semplice. Suonare il pianoforte  è complesso.

Semplice è ciò che dal complesso viene tradotto nell’essenziale e ciò richiede tempo impegno e fatica.

Analogamente risparmiare (mangiare) è facile cioè fattibile ma investire (ossia cucinare) è oggettivamente …complesso …un po’ come suonare il pianoforte…

Del resto sarebbe sufficiente prendere un vocabolario e cercare la definizione del termine “risparmiatore”: “Colui che limita e contiene i consumi in modo da poter accantonare una parte del proprio reddito”.

Poi quella di “investitore”: “Colui che decide di utilizzare i propri capitali in un progetto con l’intento di ricavarne un profitto”.

La differenza tra risparmio e investimento è una questione di prospettiva.

Quando si resta ancorati al risparmio, quando non si investe si considera la possibilità di mancanza, di carenza, si crede che domani potrà mancare e che non avrai maniera di coprire quelle necessità.

Con quell’idea, stai inviando al cervello due messaggi :

che non ti fidi del domani e che pensi che il nuovo e il meglio non siano per te e per questo motivo ti consoli conservando cose vecchie e inutili.

Abbiamo bisogno tutt’altro che di conservare.

Abbiamo bisogno di fare in modo che i nostri risparmi lavorino per noi che si trasformino in investimenti e che siano in grado di farci raggiungere quegli obiettivi della vita per cui vale la pena combattere veramente, quelli per cui vale la pena vivere, puntare le nostre risorse.

Non farlo rende vani i nostri sacrifici.

Non che i risparmi siano inutili.

Tutt’altro. Ma se lasciamo che si deprezzino, che non si adeguino ai tempi (cioè all’inflazione), se non facciamo in modo che crescano investendoli correttamente, ci ritroveremo, nel momento in cui serviranno davvero a non averne abbastanza.

Tre cose sono essenziali per andare avanti e anche per investire bene i nostri risparmi:

coraggio, perché le paure ci portano fuori strada (di qui il premio al rischio), competenze di psicologia/ economia che non abbiamo (di qui il consulente) e umiltà per non illudersi di avere le competenze che servono (  e usare il letale fai da te letale per gli investimenti..).

Sapere di non sapere è il primo passo per rivolgersi a professionisti qualificati per iniziare a investire proficuamente.

 

Il vero sapere non sta solo nel sapere ma nel sapere dove sta il sapere.

I rendimenti dei tuoi possedimenti li fanno i tuoi comportamenti non i tuoi investimenti.

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