Skip links

Banche a KM zero hanno un senso?

IDEA – Aprile 2018

La comodità e le abitudini non è detto siano i punti di riferimento migliori per i nostri risparmi

Le emozioni sono reazioni affettive che insorgono in seguito a uno stimolo ambientale senza alcun controllo, ma soprattutto sono parte integrante di ogni persona e, pur modificandosi nel tempo, restano alla base di ogni azione dell’essere umano. È altrettanto vero che, quando si tratta di denaro, il nostro cervello non funziona affidandosi alla sola razionalità.

Le emozioni entrano in gioco nelle individuali scelte economiche, da quelle semplici di tutti i giorni, a quelle più complesse ed impegnative. Le più recenti ricerche in tal senso hanno confermato come le emozioni intervengano anche nelle decisioni che a prima vista appaiono dettate dalla razionalità, ovvero da un’attenta analisi dei costi e benefici.

Sergio Contegiacomo, “financial advisor” di Allianz Bank, in questo secondo appuntamento su “IDEA” desidera guidarci nella comprensione dei meccanismi dei processi decisionali in contesti economici finanziari. E lo fa, nel corso del nostro incontro avvenuto nella sua sede braidese, ponendoci una semplice domanda: “Con quale criterio scegliamo la nostra banca?”. Molti di noi, istintivamente, risponderanno per comodità.

«Facciamo un esempio concreto: quando vi trovate in mezzo alla strada, ma avete le strisce pedonali a 10 metri, cosa fate? Attraversate di fronte», rimarca Contegiacomo. «Questa soluzione è la più comoda, quella che fa spendere meno energie. In fondo ogni individuo predilige lavorare a “risparmio energetico”. In verità la mente opta istintivamente per le scorciatoie, esattamente come nel caso della coda per pagare il conto al supermercato, che stimola la ricerca della cassa con meno persone, quindi più veloce, meno impegnativa…».

Esempi concreti che la mente percorre anche nella scelta della propria banca?

«Direi proprio di sì. Riporto tre casi recenti. Il primo è relativo a un mio cliente che candidamente ha ribadito di aver scelto il proprio istituto di credito oltre 30 anni or sono, quando gli venne accreditato il primo stipendio. Da allora, per fiducia, non si è mai posto le domande: “Ma questo istituto è adatto per me? Mi offre i servizi di cui ho bisogno?”. La seconda testimonianza riporta ad un diverso criterio di scelta: la familiarità o tradizione. L’esempio lampante in questo caso è l’ammissione: “Mio papà andava in questa banca, io vado allo stesso istituto, perché già conosco o perché mi è familiare”. Ultimo, ma assai comune caso, la comodità, la vicinanza nell’accedere allo sportello. A me piace sempre ricordare che nella vita tutte le cose che sono comode prima o poi ci presentano il conto… Basterebbe chiedere a coloro i quali, magari, avevano il propri risparmi o le obbligazioni presso il Monte dei Paschi di Siena, scelto perché c’era una filiale comoda sotto casa, no?».

Continua a leggere
Return to top of page