Come proteggere persona, famiglia e patrimonio?
IDEA – Luglio 2018
È fondamentale pensare al futuro e alle sempre possibili contrarietà dell’esistenza, ricorrendo alle assicurazioni, cosa che gli italiani tendono a non fare.
Provocatorio e allo stesso tempo concreto lo è per natura. È abituato a questo atteggiamento perché nella sua professione, se non si usano le metafore, difficilmente ci si ferma a riflettere sugli automatismi della vita.
Anche questa settimana Sergio Contegiacomo affronta il tema della protezione della persona, della famiglia e del patrimonio con una semplice, ma efficace affermazione: «Le “condizioni meteo” della nostra vita sono mutevoli, quindi ci sono giornate soleggiate, giornate nuvolose, a volte ci sono tempeste, ma spesso nelle famiglie potrebbero anche cadere dei fulmini che non si sa di preciso chi andranno a colpire. Questi fulmini per me sono rappresentati da malattie, imprevisti, infortuni o decessi».
Sono argomenti non facili, trascurati anche un po’ per risvolti scaramantici…
«È proprio vero. Noi italiani andiamo verso il futuro voltandogli le spalle, ma soprattutto abbiamo la tendenza a guardare, nel corso del tempo, lo specchietto retrovisore. Non riusciamo a pensare che alcuni imprevisti, taluni anche gravi, potrebbero accadere anche a noi come hanno magari “travolto” altre famiglie. Il “farsi prossimo”, in fondo, significa proprio questo. Erroneamente pensiamo di essere invincibili, di essere supereroi e che le disgrazie possano capitare soltanto agli altri».
Siamo un po’ distratti anche sul fronte malattie…
«Purtroppo sì. Io non mi stanco di ricordare che il fulmine non cade mai due volte nello stesso punto, anche se è vero che quando si scaglia non sai dove colpisce. Bisognerebbe, per quello che ho capito in trent’anni di carriera in qualità di consulente finanziario, destinare almeno il 5% del proprio reddito per coprirsi da questi imprevisti. Una persona, ad esempio, che guadagna 40.000 euro all’anno dovrebbe destinare almeno 2.000 euro per questi imprevisti (infortunio, malattia e morte…). Bisogna non dimenticare che il 5% del nostro reddito potrebbe salvarci da situazioni poco gradevoli e magari aiutarci a superarle. Non tutti sono a conoscenza del fatto che le aziende, per esempio, possono anche licenziare il dipendente nel caso in cui fosse prolungata l’assenza nel lavoro per infortuni avvenuti fuori dall’àmbito lavorativo. Spesso si dimentica che l’infortunio può accadere sempre, anche nel tempo libero. Ma, se questo è grave e si resta senza lavoro, come si può poi vivere facendo fronte a tutti i costi e agli impegni assunti in precedenza? Dobbiamo dunque imparare a essere molto più informati e consapevoli».
Qual è, allora, il suo personale consiglio?