Skip links

É iniziato un prolungato inverno finanziario

IDEA – Novembre 2019

Che fare con i tassi a zero? Studiare, fidarsi, affidarsi e confidarsi con degli esperti: è quanto emerso nel corso della coinvolgente serata-riflessione “Le sfumature della vita” che si è svolta, con partecipato interesse, al Teatro sociale di Alba

La verità è come uno schiaffo. Coglie all’improvviso, ma lasciando senza respiro, porta a riflettere, a meditare sui passaggi della vita che spesso si danno per scontati e così non sono.

È quanto accaduto, pochi giorni fa, al teatro sociale “Giorgio Busca” di Alba, nel corso della riuscita serata “Le sfumature della vita”, nell’àmbito dell’appuntamento “Aspettando i 35 anni di ‘IDEA’” grazie alle attente e precise riflessioni suggerite da Sergio Contegiacomo, il quale da 28 anni è consulente finanziario di “Allianz Bank”.

L’abbiamo incontrato nel suo ufficio braidese, in piazza Roma 39, per ripercorrere a favore dei lettori di “IDEA” una rapida, ma incisiva narrazione, tracciando un “excursus” sul mondo finanziario e le sue contraddizioni legate anche a intere generazioni che non hanno potuto studiare le regole della finanza, spesso considerata materia inutile, figlia di un Dio minore.

«I mitici anni Settanta-Ottanta, definiti con tono entusiastico e qualche rimpianto, come la continuazione del “boom” economico del decennio precedente», spiega Contegiacomo, «hanno visto la nascita e l’espansione del “welfare state”, l’ampliamento del perimetro di azione dello Stato, l’avvento in Italia di un “assetto istituzionale” articolato in Regioni, un uso “politico” della spesa pubblica per favorire il consenso in una società scossa, tutte evidenti ragioni che spiegano una crescita impetuosa, in un quadro politico in cui al governo vi era Bettino Craxi. Erano gli anni in cui si iniziava a lavorare presto, in giovane età, potendo il più delle volte scegliere tra differenti e interessanti offerte di lavoro. E non servivano neanche troppi titoli: la terza media o un diploma erano sufficienti per inserirsi nel mondo del lavoro. Fattore non trascurabile, c’era la lira e bene o male si guadagnava tutti, si risparmiava, si investiva in titoli di Stato e in immobili. Erano gli anni dei “Bot people”, quelli in cui a fronte di “bassi rischi” si ottenevano alti rendimenti: oltre il 20% annuo. I rendimenti dei titoli di Stato, le cosiddette “cedole”, erano esenti da tassazione e lo sono rimaste sino al 20 settembre 1986, per poi passare al 6,25% sino al 12,5%, a decorrere dal primo settembre 1987».

In quel periodo, però, c’era chi diversificava investendo in immobili…

«Sì, è così. Non posso non segnalare che si poteva contare su quotazioni che, in automatico, di anno in anno crescevano, in un quadro generale in cui gli inquilini pagavano la “pigione” e le tasse erano inesistenti. Momenti storici che hanno originato un fiorente “boom” immobiliare, perdurato sino al 2007, anno in cui in italia si sono registrate oltre 800.000 transazioni. Vale rimarcare anche che in quello stesso periodo il “quadro pensionistico” era chiaro e generoso. Infatti chiunque iniziasse a lavorare aveva la certezza che dopo 35 anni di lavoro avrebbe potuto andare in pensione con l’80/90% e anche, in alcuni casi privilegiati (penso ai piloti degli aerei), con il 100% dell’ultimo stipendio».

Sono stati anni di abbondanza e, se vogliamo, anche di mancanza assoluta di programmazione per il futuro…

«Quelli, per dirla tutta, erano gli anni della miopia, conseguenza anche di una misura sull’età del pensionamento, introdotta nel 1973 dal Governo guidato dal democristiano Mariano Rumor: 14 anni, 6 mesi e un giorno di lavoro per le donne con figli; 19 anni, 6 mesi e un giorno per gli uomini. Era la metà, o addirittura meno, del numero di contributi (38) richiesti dalla discussa “quota 100”. Le “baby pensioni” hanno permesso a centinaia di migliaia di lavoratori pubblici di anticipare l’età del ritiro dal lavoro all’età che per molti “giovani” di oggi è quella del primo lavoro. Erano insomma gli anni in cui si poteva contare sul sostegno dei familiari e sul conforto delle figlie a “km zero”. Un periodo non contaminato da telefonini, internet, Facebook, Instagram, “tweet”… Uno spaccato della realtà che si intravedeva semplice e, per parafrasare un famoso “claim”, un momento storico in cui “era facile, vincere facile…”».

E siamo arrivati a oggi. Com’è cambiato il quadro economico?

Continua a leggere
Return to top of page